Afte: quello che c’è da sapere

Le afte sono piccole lesioni che interessano la mucosa della bocca, note anche come ulcere aftose o stomatite aftosa. Si sviluppano in aree morbide come il palato, la lingua, l’interno delle guance o alla base delle gengive.

Nonostante le loro dimensioni ridotte, solitamente di pochi millimetri, possono causare un fastidio intenso, rendendo difficili azioni comuni come parlare o mangiare. Si presentano con una parte centrale biancastra e margini arrossati, spesso accompagnate da sensazioni di bruciore o dolore acuto.

Cosa provoca le afte?

Le ulcere aftose interessano circa il 10% della popolazione globale, colpendo con maggiore frequenza le donne tra i 20 e i 50 anni. Esistono tre forme principali: minori, maggiori e di tipo erpetiforme. In alcuni casi possono causare anche un rigonfiamento dei linfonodi vicini.

Le cause sono molteplici: si va da intolleranze alimentari e squilibri della flora intestinale a carenze nutrizionali (in particolare di ferro, zinco e vitamina B2). Anche lo stress, i piccoli traumi da cure dentistiche, le infezioni batteriche, alterazioni ormonali (soprattutto nei giorni che precedono il ciclo) e lesioni già presenti nella bocca possono favorirne l’insorgenza.

Fattori genetici, patologie come la celiachia, infezioni virali (come HIV o AIDS) e malattie infiammatorie intestinali possono anch’essi predisporre allo sviluppo delle afte.

Sintomi da riconoscere

Le afte si manifestano con dolori localizzati che peggiorano durante la masticazione o la conversazione, arrossamento della zona interessata e bruciore. In alcuni casi si nota anche l’ingrossamento dei linfonodi sotto la mandibola. Se particolarmente estese o numerose, possono essere associate anche a febbre. Un intervento tempestivo con i giusti rimedi aiuta a evitare che la situazione si complichi o diventi ricorrente.

Come alleviare il disturbo

Solitamente, le afte guariscono da sole nel giro di pochi giorni, ma esistono strategie per velocizzare la guarigione e alleviare i sintomi.

Tra i rimedi naturali più utilizzati troviamo i risciacqui con olio essenziale di tea tree o succo di limone, utili per la loro azione antisettica e lenitiva. Anche l’applicazione locale di bustine di tè, aglio, bicarbonato o gel di aloe vera può aiutare a disinfettare e favorire la cicatrizzazione.

Se le soluzioni naturali non bastano, è possibile ricorrere a trattamenti farmacologici: pomate a base di corticosteroidi da applicare direttamente sulla lesione, oppure collutori con azione antibiotica o antinfiammatoria che contrastano i batteri e supportano la guarigione.